mercoledì 10 novembre 2010
IMMIGRATI - PRESIDIO VIA SAN FAUSTINO
-Postato 8-nov-2010 17.04
- Brescia, BS Post n.: 3.775
- Credo sia giusto e
- doveroso dare risalto
- a quello che in
- queste ore sta
- accadendo
- a Brescia.
- Come sapete da giorni
- 6 immigrati si sono
- barricati sulla gru
- del cantiere della
- metro di via San Faustino.
Sabato pomeriggio della scorsa settimana una manifestaizone non autorizzata ha portato allo scontro violento con le forze dell'ordine.Questo sabato una pacifica ma rumorosa manifestaizone ha visto migliaia di bresciani in piazza a sostegno dei diritti di questi cittadini che chiedono solo di poter essere regolarizzati avendo un lavoro. In queste ultime ore il centro è blindato, ci sono stati parecchi socntri tra polizia e cittadini, alcune persone arrestate, alcuni attivisti dell'associazione "diritti per tutti", giornalisti di Radio Onda d'Urto, una disinformazione crescente che colpevolizza questi immigrati rendendoli antipatici all'opinione pubblica ma non focalizzando la vera origine del problema.C'è un'anomalia tutta bresciana, che non accade in altre città, ed è il ritardo infinito con il quale vengono rilasciati i permessi di soggiorno.
Oltre un anno di attesa, persone che lavorano avviano la pratica per il permesso di soggiorno e per un anno sono sotto la spada di Damocle di un controllo e punibili nonchè soggetti a foglio di via. A seguito degli ulteirori tagli a fine anno scadranno i contratti con circa 20 operatori a tempo determinato assunti appositamente per l'ufficio immigraizone e la situaizone andrà ancora di più al collasso.
Il silenzio assordante della politica, assente, incapace, inutile e pronta solo a sentenziare per luoghi comuni o strumentalizzare in altri casi, è la peggior facia di questa medaglia.
GLi unici ad essere mandati avanti come carne da macello sono gli operatori della polizia o dei vigili del fuoco, che eseguono comandi a paga sindacale, mentre mancano all'appello i politici.
Chiedono a questa gente di ritornare sui loro passi, di ripristinare la legalità, ma se illegalità c'è staa finora è nella soppressione dei diritti di questi uomini, sfruttati e abbandonati a se stessi.
Perchè la sanatoria per le badanti e non per tutti gli operai?
Modificato da Vito Crimi il 8-nov-2010 17.05
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Niente più mezzi di comunicazione e pressioni in aumento per mettere fine alla protesta
Sulla gru fa freddo, le temperature si abbassano. E Sajad sta male, ormai da un paio di giorni. Pachistano della zona di Guajarat, 27 anni, un master in lingue, non vede la famiglia da 3 anni, da quando è arrivato in Italia. Già nelle scorse ore la sua sagoma non si scorgeva, febbricitante. Oggi lo hanno visto seduto al sole, forse sta un po' meglio. Ma un medico non lo può vedere. Anzi sì, stando alle parole dell'ormai noto vice questore di Brescia Emanuele Ricifari, immortalato in un video in cui chiede ripetutamente di caricare un gruppo di persone del tutto pacifiche.
Se vuole un medico, avrebbe detto il funzionario, che scenda e verrà visitato.
Il problema è che, oltre all'incredibile caso di omissione di cure mediche, anche se anche Sajad accettasse di scendere, non è chiaro se sia in condizioni fisiche di farlo. Soprattutto da una gru e da quell'altezza.
Fonti contattate sotto la gru, fra chi in tutti questi giorni cerca di fornire i minimi aiuti necessari alla sopravvivenza dei migranti che lottano contro le truffe della sanatoria, aggiungono particolari sullo stato di pressione che le autorità prefettizie e di polizia stanno adoperando per mettere fine alla protesta. Pressioni familiari, con appelli e con interventi degli affetti capaci di esercitare emozione, nessun contatto, almeno fino a ora, con avvocati, mezzo quartiere blindato e il taglio dei mezzi di comunicazione. Niente più pile cariche per i cellulari, ai migranti sulla gru rimane una radio, ma chi manda messaggi non è nemmeno certo che in realtà il messaggio arrivi forte e chiaro.
Il cibo che viene portato dalla Caritas viene in parte scartato dagli stessi migranti, che sono entrati in uno stato di continua allerta e temono che il cibo sia in qualche maniera manipolato. E così si nutrono di alimenti in scatola o preconfezionati.
E' sceso oggi dalla gru Papa, disoccupato, 20 anni, cittadino senegalese che vive a Brescia da cinque, con i genitori. Il ragazzo, che era salito insieme ad altri migranti sulla gru nel cantiere della metropolitana di brescia, non sarà arrestato. Lo ha spiegato la questura precisando che la sua posizione, a differenza di quella dell'immigrato indiano sceso per primo, è al vaglio. La sua richiesta d'emersione dal sommerso è ancora in itinere. La stessa posizione, è stato spiegato sempre oggi, è anche quella dell'immigrato marocchino che si trova sulla gru. Oltre a quest'ultimo vi sono poi due pachistani e un egiziano.
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