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1 marzo 2010 - sciopero degli stranieri sintesi 1° incontro nazionale MilanoCondividi
Ieri alle 19.39
eccovi una sintesi del report del comitato 1 marzo 2010 – sciopero degli stranieri Genova sul primo incontro nazionale di tutti i comitati locali e della presentazione del comitato nazionale, alla riunione oltre al sottoscritto erano presenti del LAB8 Cristiana D’arco, che si è presa in cura il calendario degli eventi del comitato, Michela Tassistro e Ricky Polo, nel post trovate in allegato la prima delle cartoline tematiche per la campagna nazionale realizzate dal sottoscritto (che è molto contento di mettere le sue arti grafiche al servizio di buone cause)

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Oggi a Milano presso lo spazio Tadini si è svolta la presentazione ufficiale del movimento 1 marzo 2010 – sciopero degli stranieri all’incontro oltre alle fondatrici del movimento Stefania Ragusa, Daimarely Quintero , Cristina Seinabou, sono intervenuti i rappresentanti di CISL e CGIL che hanno ribadito l’impegno a un percorso di partecipazione per il mese di marzo all’insegna dei diritti. All’incontro di Milano tra i presenti con l’obiettivo primario di ascoltare erano in sala anche i politici come Pippo Civati, consigliere regionale lombardia, Kyenge Kashetu, consigliera provinciale Modena e michela tassistro consigliera comunale Genova.


Dopo un minuto di silenzio per le vittime del terremoto di Haiti è stato letto il breve manifesto, presto a disposizione in rete, che sintetizza lo spirito che anima il 1 marzo. Insieme a rappresentanti di svariate associazioni della più disparata provenienza e estrazione, dato che rappresenta uno degli aspetti più significativi del movimento, sono intervenuti il rappresentante di peace reporter, migranti e nuovi cittadini nelle loro vesti di lavoratori e professionisti.

Per sottolineare l’aspetto ormai europeo che sta assumendo l’iniziativa hanno dato un breve contributo i rappresentanti del 1 marzo francese e di quello spagnolo.

Dall’europa il 1 marzo si declina nelle singole città. Sono stati infatti citati i numerosi comitati locali creati in questa prima fase (17 attivi, molti altri in fase di attivazione) insieme ai referenti di alcuni comitati locali intervenuti alla presentazione come quello di Roma, il primo fondato in assoluto e il nostro, quello di Genova ringraziato per il forte impegno dimostrato per partecipazione e qualità delle proposte, alcune già fatte pervenire dopo l’incontro di venerdì 15. Due ringraziamenti specifici sono andati per la creatività messa a disposizione per la realizzazione del logo del 1 marzo all’artista Giuseppe Cassibba e per le cartoline tematiche ideate per l’evento a me, Luca Romeo. Tra gli interventi più sentiti quello che ringraziava il gesto delle promotrici paragonandolo a quello di Rose Parks, che quel giorno in Alabama decise che il posto su quell’autobus non l’avrebbe ceduto ad un uomo bianco.

Come successo per la riunione del 15 a Genova abbiamo percepito il grande desiderio da parte dei migranti di essere protagonisti e promotori dell’iniziativa forti del fatto che vecchi e nuovi cittadini sono uniti nella battaglia per i diritti di cittadinanza.

Prossime tappe: elaborare proposte tagliate sulle caratteristichi delle proprie realtà migranti, utilizzare il calendario nazionale per divulgare le iniziative e individuare percorsi di autofinanziamento per il 1 marzo.

17 gennaio 2010
Firenze: Comune sgombera campo rom. 150 al gelo

Quasi 150 persone in strada da venerdì mattina, fra cui 5 minori, donne, anziani e due persone appena dimesse dall'ospedale, una in seguito a un ictus e un'altra con gravi problemi respiratori. E' la situazione a Sesto fiorentino, nella provincia di quella Firenze che negli ultimi tempi ha guadagnato gli onori delle prime pagine dei giornali per le rigide temperature invernali, dove le ruspe sono intervenute a cancellare l'insediamento della ex area industriale Ozmatek dove queste persone - rom rumeni e quindi comunitari - vivevano nell'impossibilità di avere una sistemazione migliore. Adesso sono tutte ammassate in un parcheggio, fra il viavai classico di un'area pubblica di qualsiasi città. L'area invece è sotto lo stretto controllo della polizia che non lascia entrare nessuno. 40 ex occupanti sono stati portati in Questura per accertamenti, rischiano pure l'allontanamento dell'Italia, a sentire le autorità, ma non si sa su quali basi, essendo la Romania un Paese comunitario. Nel frattempo tutti gli occupanti sono stati denunciati per occupazione di edificio e invasione di terreno. Con loro ci sono i medici del Medu, associazione di volontari che da sempre si occupa dei senza casa, alcuni politici locali, come Mercedes Frias di Rifondazione comunista, ma non il sindaco o le autorità competenti. Sindaco che i ragazzi del Medu stanno cercando di contattare da venerdì pomeriggio, «vista la difficile situazione sanitaria in cui versano queste persone» spiega Andrea ma che non risponde al telefono. Trova il tempo invece per dichiarare ai giornali locali il suo compiacimento per lo sgombero: «Finalmente l'area ex Osmatex potrà essere oggetto di un radicale intervento di bonifica ambientale che era necessario da tempo. Ringrazio quindi il questore Francesco Tagliente per aver fatto intervenire le forze di polizia allontanando le persone che la occupavano abusivamente» dice Gianassi dopo il sopralluogo di ieri sul luogo. L'Osmannoro, l'area di via Lucchese dove sorgeva il campo, è non da ora nel mirino del primo cittadino del comune fiorentino: «Alla proprietà avevo da tempo ordinato di rimuovere l'enorme massa di sporcizia presente nell'area e bonificarla, ma evidentemente l'intervento non poteva essere effettuato finché questa era abitata».
La "sporcizia" dell'Osamonnoro a cui si riferisce Gianassi era quella con cui i rom dovevano convivere, ma di questo il sindaco non si preoccupa. Lo fa invece il Medu che in un duro comunicato stampa ribatte: «Alle persone è stato dato solo il tempo di raccogliere i pochi effetti personali senza possibilità di rientrare per raccogliere coperte e vestiti. Da parte di nessuna istituzione è stata prevista una sistemazione delle persone in luogo idoneo, al riparo dal freddo». I rom hanno quindi peggiorato la loro situazione, visto che prima vivevano in ex capannoni in disuso e in alcune costruzioni di fortuna realizzate con lamiere e mattoni, con cui avevano creato giacigli e cucine da campo. Ma questo per le istituzioni non era un problema. Non è un problema l'emergenza abitativa di Firenze che vede migliaia di persone costrette ad occupare luoghi in disuso per avere un tetto sopra la testa. La città dell'accoglienza del centro-sinistra sta diventando sempre più rapidamente la città delle ruspe e della legalità da Far West.
fonte: Liberazione

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