lunedì 23 novembre 2009

neo-caporalato a Roma


Panini e 30 euro

per 10 ore in cantiere

Gli immigrati:

"Siamo noi

i nuovi schiavi!!!"



I lavoratori stranieri:«Non abbiamo alternative».
In venti a lezione di legalità e sicurezza



ROMA (23 novembre) - Trenta euro e un panino: tanto viene offerto agli immigrati della Capitale per 10 ore in un cantiere. Una proposta che si sono sentiti rivolgere molte volte anche i venti lavoratori stranieri che questa mattina hanno partecipato alla lezione di legalità e sicurezza promossa dalla Provincia di Roma in collaborazione con l'Asl Roma E, l'Inail e il Comitato paritetico territoriale.

«La paga è di trenta euro, però ci sono anche i panini». Una delle contrattazioni è avvenuta alle 7 di stamani, proprio mentre gli operai, per lo più romeni e moldavi in attesa di un lavoro alla giornata presso un deposito a Tor di Quinto, stavano per salire sul pullman che li avrebbe condotti alla sede dell'Inail. Una macchina con due romeni si è fermata e ha fatto l'offerta: «Servono cinque persone per 10 ore in un cantiere qui vicino: la paga è di trenta euro, però ci sono anche i panini». Solo uno dei 20 reclutati si è lasciato convincere ed è salito a bordo, gli altri hanno declinato l'offerta. «Oggi ci danno 50 euro per partecipare a questa lezione e non ci è convenuto accettare il lavoro, anche se forse abbiamo perso un ingaggio più duraturo. In altre situazioni avremmo accettato, alla fine loro sono i caporali e noi i nuovi schiavi, non abbiamo alternative. Le persone che vengono a prenderci la mattina - ha raccontato Adrianu - spesso sono intermediari italiani o stranieri. Ci danno 30-40 euro alla giornata e loro ne prendono 80. Qui funziona così».

20 lavoratori stranieri a lezione di legalità sicurezza. L'iniziativa promossa dalla Provincia di Roma e partita questa mattina riguarda quegli operai che ogni mattina sono braccia per il caporalato senza scrupoli, e che oggi hanno avuto un'occasione di apprendere i loro diritti in materia di sicurezza e legalità. Alcuni sindacalisti romeni insieme al delegato alla Sicurezza sui luoghi di lavoro della della Provincia di Roma, Fabio Nobile, hanno reclutato gli immigrati su viale di Tor di Quinto per portarli nella vicina sede dell'Inail. Qui diversi operatori dell'Asl hanno tenuto una lezione di prevenzione degli infortuni, distribuendo un opuscolo tradotto in cinque lingue e gli strumenti basilari per un lavoro sicuro nei cantieri: scarpe antinfortunistiche, caschetto e fratino catarifrangente.

«La maggior parte di questi lavoratori ogni giorno viene sfruttato con stipendi da fame e spesso lavora in condizioni di assoluta insicurezza - ha detto Nobile - Questo progetto, che è già stato sperimentato a Guidonia e che si ripeterà anche nelle prossime settimane a Roma, vuole aiutarli concretamente ad autosalvaguardarsi e a renderli consapevoli dei loro diritti».


Alcuni immigrati per le strade di Roma
(Foto di Antonella Chieca)

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DI PIETRO PARLA AGGLI OPERAI DELLA ALCOA

http://www.c6.tv/archivio?task=view&id=7136

E TREMONTI .....

IL BUON NATALE DELLA MIGNOTOCRAZIA :TAGLI E BLUF, DALLA MANOVRA RESTA FUORI L'ITALIA IN CRISI.
Una Finanziaria lunare. Ci sono articoli, commi, e subemendamenti, ma manca l’Italia. In particolare, manca l’Italia in crisi. Il Paese fatto di operai che perdono il lavoro, impiegati che aspettano gli aumenti contrattuali, studiosi che puntano alla ricerca, famiglie con bimbi piccoli da accudire, scolari iscritti alla scuola dell’obbligo, poliziotti impegnati per la sicurezza, magistrati e insegnanti. Manca tutto questo nel testo arrivato alla Camera: per ora ci sono solo i tagli «lineari» (metodo pericolosissimo, perché non distingue tra la qualità della spesa) decisi un anno fa e solo in parte recuperati con accordi successivi, per esempio sulla sanità e sulla scuola. Sulla carta il deficit migliora per 7,5 miliardi: nella realtà non è affatto detto che il rigore sia rispettato.Mai costi sociali di quel taglio ci sono tutti. Dopo la riunione della consulta economica del Pdl di ieri, nel centrodestra si è arrivati a un primo accordo (oggi seguirà un nuovo vertice con la Lega), da cui il relatore della Finanziaria è uscito con una lista di misure da finanziare: welfare, sviluppo e enti locali. Ancora slogan: nessuna cifra di dettaglio. Solo la «dotazione» di 4 miliardi, il ricavato dello scudo fiscale. Un’entrata una tantum, per interventi una tantum Nessun disegno strutturale, nessuna politica economica: fuori dal tavolo gli sgravi fiscali (che sia Irpef o cedolare sugli affitti). Restano risposte spot, mentre l’economia frana: gli italiani affrontano da soli la crisi più drammatica di tutti i tempi.Nona caso dall’opposizione Pier Luigi Bersani invoca una reazione «corale» alla crisi.

FAMIGLIE E LAVORATORI
Anche «Famiglia Cristiana» ha lanciato il suo j’accuse: neanche un euro per le famiglie. Non si accenna nemmeno al bonus famiglia (900 milioni) per le famiglie disagiate, mentre la social card è utilizzata dallametà della platea prevista in origine. Non ci sono i 400 milioni per la non autosufficienza, che il pd ha chiesto ieri di ripristinare. mancano 8 milioni per fronteggiare l’influenza A, non ci sono aiuti per i neonati. In primo piano ildrammadei precari, che restano in gran parte fuori dal welfare. nel loro caso chi perde il lavoro va a casa senza nessun aiuto. Eppure Silvio berlusconi aveva detto che il governo non avrebbe lasciato a casa nessuno. Il ministero del lavoro starebbe lavorando a una mini-copertura,maancoranonsi conoscono i dettagli. E intanto la crisi corre. Aumenterà di qualche punto il sussidio della disoccupazione, ma i «paletti» sono davvero troppo bassi per fermare l’emorragia di lavoro. Nel «pacchetto» di Maurizio Sacconi compare anche una sorta di sanatoria contributiva (ancorauncondono), che aiuterebbe a coprire le misure messe in campo. Probabile poi la proroga degli sgravi sui premi aziendali, sempre che le aziende continuino ad erogarli. Resteranno senza rinnovi contrattuali i tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici.

SOLIDARIETÀ, RICERCA, FUTURO
Manca ancora il 5 per mille (che pure Giulio tremonti si vanta di aver inventato),mancanotagliati gli aiuti all’economia «verde»:non si vedono gli sgravi sulle ristrutturazioni per il risparmio energetico. Ancora pochi fondi all’Università alla scuola (da finanziare persino i libri di testo), le missioni all’estero. Insomma, è una manovra senza futuro. Tremonti aspetta solo che passi la nottata.Macosì nella Penisola resterà notte fonda.

Roma, capitale di dimensione globale 5/9/2007


ROMA - L’area romana continua a rappresentare il massimo polo immigratorio del paese, con più di 360mila stranieri tra la Capitale e gli altri Comuni della Provincia; e il Lazio, dopo la Lombardia, è la regione con il maggior numero di immigrati. Sono questi i dati più significativi che emergono dal “Rapporto 2007 dell’Osservatorio Romano sulle Migrazioni”, presentato alla Camera di Commercio di Roma da monsignor Guerino di Tora, direttore della Caritas. Il Rapporto, illustrato in una conferenza stampa cui hanno partecipato anche Lorenzo Tagliavanti (vicepresidente della Camera di Commercio), Claudio Cecchini (assessore alle Politiche Sociali della provincia di Roma) e Raffaella Milano (assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma), evidenzia la dimensione globale della città eterna, ormai diventata un grande laboratorio di convivenze. La Provincia di Roma ospita circa il 13% degli immigrati presenti in Italia. Il capoluogo, da solo, accoglie il 68% degli stranieri della Provincia, 261mila secondo la Caritas. Il resto si è insediato nell’hinterland capitolino, per ragioni che variano dalla disponibilità delle abitazioni alle opportunità lavorative, dalla vicinanza con Roma alle reti familiari. Nella graduatoria dei Comuni con il maggior numero di stranieri residenti, dopo la capitale troviamo Guidonia Montecelio (4.525), Fiumicino (4.209), Ladispoli (3.912), Tivoli (3.076) e Pomezia (2.998). L’incremento registrato nel corso del 2005 è stato particolarmente rilevante nei Comuni di Pomezia, Anzio, Ardea, Guidonia e Ladispoli. Si tratta in ogni caso di città poste nella fascia urbana limitrofa della capitale e piuttosto ben collegate dal trasporto pubblico, a dimostrazione che, a prescindere dalla residenza, per i cittadini stranieri Roma continua a fungere da principale polo di attrazione per l’inserimento socio-lavorativo. Quanto alle provenienze nazionali, nei 121 Comuni della Provincia, su dieci residenti stranieri, quattro sono dell’est Europa, due dell’Unione Europea, due asiatici, un sudamericano e un africano. A livello dei singoli gruppi nazionali, gli immigrati rumeni sono la prima comunità in tutti i Comuni, ad eccezione di Nettuno, dove a prevalere sono i bulgari. I filippini, secondi nella graduatoria, si concentrano invece per il 93% nella capitale. Polacchi e albanesi sono distribuiti nell’area romana in modo molto eterogeneo: i primi sono insediati nell’Urbe per il 62% e presentano un’altra significativa concentrazione presso i Comuni del litorale a nord della Provincia; i secondi sono i più diffusi territorialmente: solo il 38% risiede a Roma, la parte restante è invece parcellizzata nell’hinterland, con una più alta incidenza nell’area dei Castelli Romani. Di grande interesse per lo studio dell’insediamento degli immigrati sono i centri del litorale romano, un’area alla quale il Rapporto dedica un apposito approfondimento. La popolazione straniera, titolare di permesso di soggiorno, costituisce nei Comuni costieri circa il 30% di quella residente in tutta la Provincia di Roma, con esclusione della capitale. Ad Anzio i regolari sono soprattutto bulgari (353), indiani (323) e marocchini (242). I polacchi sono più numerosi a Ladispoli (591), Pomezia (460) e Fiumicino (404); a Civitavecchia prevalgono i rumeni.

ROBERTA MARCUCCILLI (LUMSA NEWS)



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